Avvocato del Lavoro a Milano | Assistenza legale Giuslavoristica | Diritto del Lavoro
Studio Legale Giuslavorista Dimarco & Partners
I nostri Avvocati del lavoro a Milano sono specializzati nell'assistenza nell'ambito del diritto del lavoro (impugnative di licenziamento e consulenza giuslavoristica), con riferimento alla gestione del licenziamento di dipendenti e dirigenti, sia sotto il profilo giudiziale che stragiudiziale. I nostri avvocati giuslavoristi, esperti della prassi dei tribunali italiani, sono in grado di soddisfare le esigenze dei Clienti in modo tempestivo e applicando tariffe trasparenti e predeterminate fin dal conferimento dell'incarico.
Il nostro dipartimento di diritto del lavoro è composto da Avvocati del lavoro e si occupa di gestire tutte le controversie relative ai lavoratori in modo personalizzato, pianificando una strategia con il Cliente ed offrendo prezzi trasparenti e predeterminati sin dal principio. Il nostro Studio Legale tende ad offrire ai propri Clienti un servizio di qualità nell'ambito di tutte le macro aree del diritto del lavoro: in particolare i licenziamenti individuali, i licenziamenti collettivi, il diritto sindacale, la gestione degli esuberi, la contrattualistica, i piani di incentivi all'esodo e numerosi altri servizi che potrete consultare nella sezione relativa all'assistenza alle imprese, in quella relativa dell' impugnativa di licenziamento in favore lavoratori ed infine nella sezione relativa all'impugnativa di licenziamento in favore dei dirigenti licenziati. Quanto all'assistenza che i nostri avvocati del lavoro prestano ai lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, si possono consultare le principali macro sezioni del sito:
Un ulteriore aspetto di primaria importanza che viene curato dai nostri legali è quello della sicurezza sul lavoro. I nostri legali e Ingegneri specializzati in sicurezza del lavoro sono in grado di valutare le problematiche esistenti nelle aziende e prevenire infortuni dei lavoratori e soprattutto valutare i rischi connessi all'esercizio dell'attività d'impresa. Lo studio rimane sempre attento ai mutamenti legislativi ed in particolare ai cambiamenti del quadro normativo derivanti dal Jobs Act. Per maggiori informazioni potete visitare la sezione tutele Jobs Act. In caso di licenziamento, o di ragionevole timore di essere licenziati, si può visionare le FAQ che i nostri Avvocati del Lavoro hanno redatto, riportate sotto, che riportano ampie casistiche del lavoro, per avere meglio chiaro come agire ed interfacciarsi con noi: HO RICEVUTO LA LETTERA DI LICENZIAMENTO, COme posso impugnarlo?
E' consigliabile contattare un nostro avvocato del lavoro immediatamente, onde preparare la corretta strategia difensiva e non perdere tempo prezioso. Una corretta analisi preliminare può permettere di comprendere quali sono le reali possibilità nell'impugnativa del licenziamento.
quanto tempo ho per impugnare un licenziamento scritto?
Il termine per impugnare un licenziamento intimato in forma scritta è di 60 giorni. I nostri Avvocati del Lavoro Vi richiederanno tutte le informazioni necessarie per procedere alla redazione della lettera di impugnativa. In caso non si riesca a trovare una soluzione conciliativa, si avranno ulteriori 180 giorni, decorrenti dall'impugnativa di licenziamento, per depositare il ricorso nella cancelleria del Tribunale del lavoro competente.
IN QUALI CITTA' DIMARCO & pARTNERS PUO' ASSISTERE I SUOI CLIENTI NELL'AMBITO DEL DIRITTO DEL LAVORO? QUALE E' LA MODALITÀ' DI OPERARE DELLO STUDIO?
Il nostro studio ha sede a Milano, tuttavia siamo strutturati per assistere il Cliente in ogni città italiana, senza particolari costi aggiuntivi in caso di assistenza in un Tribunale diverso rispetto a quello di Milano. Normalmente fissiamo un primo colloquio, esaminiamo il caso ed i principali documenti, valutando la possibile fondatezza dell'impugnativa. In questa fase forniamo al Cliente tutte le informazioni sulla procedura da seguire (ed i termini da rispettare), fornendo anche un preventivo di spesa chiaro e dettagliato per tutte le varie fasi del giudizio. La maggior parte dei casi, comunque, si definisce senza bisogno di procedere giudizialmente.
QUALI DOCUMENTI DOVRO' CONSEGNARE ALL'AVVOCATO DEL LAVORO CHE SI OCCUPERÀ' DEL MIO CASO?
I primi documenti che i nostri Avvocati del Lavoro valuteranno sono il contratto di lavoro, le ultime buste paga, la missiva di licenziamento. Saranno sicuramente utili anche documenti che possano dimostrare l'infondatezza delle ragioni poste alla base del licenziamento.
ho un contratto a tempo indeterminato e sono stato licenziato. quante MENSILITÀ' posso percepire in caso il mio licenziamento venga dichiarato illegittimo?
I lavoratori dipendenti, non dirigenti, possono ottenere in giudizio una somma compresa tra 0 e 36 mensilità in caso di azienda con più di 15 dipendenti a seguito del recente intervento della Corte Costituzionale. In caso di aziende sotto i 15 dipendenti le indennità saranno da 3 a 6 mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del tfr. Nel caso dei dirigenti le varie indennità sono indicate dal CCNL di appartenenza. Anche in caso di anzianità di servizio precedente al Marzo 2015 si applicheranno le regole di cui alla cd. Legge Fornero.
ESISTE IL DIRITTO ALLA REINTEGRA NEL POSTO DI LAVORO?
Con l'introduzione del Jobs Act i casi in cui il Giudice del lavoro dispone la reintegra sono stati notevolmente ridotti. Allo stato attuale, semplificando, il diritto alla reintegra sussiste in caso di licenziamento orale o per motivi discriminatori. Se assunti in data anteriore al Marzo 2015, si applicherà ancora la legge Fornero, con le varie ipotesi di reintegra.
IN CASO AVESSI DIRITTO ALLA REINTEGRA MA NON VOLESSI TORNARE NEL POSTO DI LAVORO, COSA POTREI FARE?
I nostri Avvocati del Lavoro Vi assisteranno durante le negoziazioni e nella fase giudiziale e, qualora si manifestasse la possibilità di essere reintegrati, Vi consiglierà al meglio. In caso di ottenimento di reintegra giudiziale, il lavoratore può scegliere di non tornare sul posto di lavoro, ottenendo la cd. indennità sostitutiva della reintegra di 15 mensilità.
HO LAVORATO IN NERO E SONO STATO LICENZIATO, COME POSSO impugnare il licenziamento?
I nostri Avvocati del Lavoro a Milano, dopo aver ricevuto una completa spiegazione della vicenda, forniranno una consulenza specifica al Cliente. In linea generale, comunque, è necessario raccogliere più prove possibile circa le mansioni espletate nel periodo di lavoro in nero, l'importo corrisposto dal datore di lavoro mensilmente, reperendo qualunque documento utile a provare la sussistenza e la natura subordinata del rapporto di lavoro. E' inoltre importante poter dimostrare, con qualsiasi mezzo, che è stato il datore di lavoro a recedere dal rapporto e che non siano state dimissioni. I nostri avvocati valuteranno inoltre se vi sia la possibilità di richiedere differenze retributive ed esercitare azioni presso l'ispettorato del lavoro. In caso di licenziamento orale, che normalmente consegue al rapporto di lavoro in nero, sarà anche possibile chiedere al giudice l'ordine di reintegrazione o, in alternativa, l'indennità sostitutiva della reintegra.
sono stato licenziato per giustificato motivo oggettivo, cosa posso fare per impugnare il licenziamento intimato dal mio datore di lavoro?
Accade di sovente che i licenziamenti per motivi economici vengano irrogati con leggerezza dai datori di lavoro, spesso utilizzando i servizi di professionisti non operatori del diritto. Ciò comporta che a volte il licenziamento contenga errori formali o addirittura sostanziali. Ad esempio ipotesi molto frequente è quella dell'utilizzo del giustificato motivo oggettivo come metodo espulsivo di un soggetto poco gradito o non adeguatamente performante. In questo caso i nostri Avvocati del Lavoro valuteranno tutte le circostanze concrete del caso e verificheranno se effettivamente esistono i motivi economici per procedere al licenziamento del lavoratore. Un altro aspetto molto importante da analizzare nell'ambito del diritto del lavoro è se eventualmente siano stati rispettati i carichi familiari e l'anzianità di servizio nella scelta di dipendenti da licenziare operanti all'interno del medesimo dipartimento.
mi hanno licenziato per soppressione del posto di lavoro. posso impugnare il licenziamento?
La soppressione del posto di lavoro è sicuramente una motivazione legittima per licenziare, se vera. In molti casi si tende però a licenziare un soggetto perchè "più costoso" rispetto ad altri, senza di fatto provvedere alla sopprimere la posizione, ma solo ad affidarla ad altro soggetto. In questo caso il licenziamento potrà essere illegittimo. I nostri Avvocati del Lavoro a Milano potranno aiutarVi a verificare la potenziale illegittimità del licenziamento.
SONO UN LAVORATORE DIPENDENTE IN PROVA E MI HANNO LICENZIATO, E' LEGITTIMO?
In linea generale licenziare durante il periodo di prova è legittimo, poiché durante periodo vi è una libertà di recesso dal rapporto di lavoro per entrambe le parti. Tuttavia in alcuni casi capita che un lavoratore abbia già lavorato per il datore di lavoro precedentemente, mostrando le sue capacità. In caso di un secondo rapporto di lavoro, con le medesime mansioni, il patto di prova potrebbe risultare nullo, poiché il datore di lavoro aveva già avuto modo di verificare le attitudini del lavoratore.
che forma deve avere il patto di prova tra datore di lavoro e lavoratore?
Il patto di prova, a pena di nullità, deve risultare per iscritto, a pena di nullità. In questo caso i nostri Avvocati del Lavoro a Milano potranno contestare l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, a tempo indeterminato e non soggetto al periodo di prova fin da subito. Al lato pratico significa che se il datore di lavoro licenzia senza motivazione il lavoratore durante l'asserito - ma non scritto - periodo di prova, il licenziamento sarà illegittimo.
sono stato licenziato per motivi disciplinari, posso impugnare il licenziamento?
I nostri Avvocati del Lavoro valuteranno la documentazione a supporto, ivi compresa la lettera di contestazione e le giustificazioni del lavoratore, onde comprendere quale sia effettivamente la gravità del comportamento ascritto al lavoratore, valutando altresì la possibile illegittimità del provvedimento espulsivo.
SONO UN DIRIGENTE E SONO STATO LICENZIATO. QUALE E' IL CONCETTO DI GIUSTIFICATEZZA DEL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE?
Il dirigente molto spesso è il primo a fare le spese durante le ristrutturazioni aziendali o riduzioni di personale decise dall'azienda. I motivi generalmente sono due: lo stipendio alto ed il fatto che in linea teorica per licenziarlo è sufficiente che la scelta sia assistita da giustificatezza. I nostri Avvocati del Lavoro ormai hanno sviluppato una ventennale esperienza in questa tipologia di controversie. Per avere un licenziamento di un dirigente legittimo, è necessario che il provvedimento non sia arbitrario. Per la Corte di Cassazione “nell'ipotesi di licenziamento individuale del dirigente d'azienda, cui, ai sensi dell'art. 10 della l. n. 604 del 1966, non trova applicazione la disciplina limitativa dei licenziamenti, la nozione di giustificatezza del recesso si discosta da quella di giustificato motivo ed è ravvisabile ove sussista l'esigenza, economicamente apprezzabile in termini di risparmio, della soppressione della figura dirigenziale in attuazione di un riassetto societario e non emerga, in base ad elementi oggettivi, la natura discriminatoria o contraria a buona fede della riorganizzazione; il giudice deve limitarsi al controllo sull'effettività delle scelte imprenditoriali poste a base del licenziamento, non potendo sindacare il merito di tali scelte, garantite dal precetto di cui all'art. 41 Cost” (Cass. Sez. Lav. Ord. 9665/2019).
La Suprema Corte, Sezione Lavoro, ha altresì specificato che per integrare il concetto di giustificatezza è sufficiente che difettino l’arbitrarietà e la pretestuosità del provvedimento datoriale, affermando che “La nozione di giustificatezza introdotta dalla contrattazione collettiva in materia di licenziamento del dirigente è nettamente distinta dalle nozioni di giusta causa e di giustificato motivo di cui all'art. 2119 c.c. e all'art. 3, L. n. 604 del 1966, traducendosi essenzialmente, in assenza di arbitrarietà e pretestuosità o, per converso, nella ragionevolezza del provvedimento datoriale. La nozione di giustificatezza si estende sino a comprendere qualsiasi motivo di recesso che ne escluda l’arbitrarietà, con i limiti del rispetto dei principi di correttezza e buona fede e del divieto del licenziamento discriminatorio” ( Cass. Sez. Lav. Ord. 87/2019 del 04.01.2019). Dove si trova il nostro studio legale
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